La previdenza delle api
"Chi d'estate non lavora, d'inverno perde la coda" recitava un proverbio della civiltà contadina. Dopo i grandi raccolti primaverili ed estivi e dopo la calura e l'eventuale aridità, le api a settembre, specialmente al nord Italia e nelle aree montuose del centro-sud, cominciano a pensare alla stagione invernale. In questo periodo le api hanno bisogno soprattutto di polline e la natura provvede loro con piante che offrono in grande quantità questa risorsa.
L'edera, e nelle regioni più meridionali l'Inula viscosa, sono piante abbondanti in molti ambienti e le api ne visitano i fiori con grande impegno. Queste piante producono molto polline ma anche nettare con lui le scorte di miele potranno essere ulteriormente aumentate, perché per le api il miele non è mai abbastanza !!!
Le api infatti raccolgono tutto il miele possibile tanto che una colonia potrebbe ammassarne anche diversi quintali in una sola stagione. Le api fanno questo perché la stagione successiva potrebbe essere poco favorevole e quindi le scorte non servono solo a superare l'inverno ma anche a garantire prosperità all'alveare nel caso la prossima stagione renda difficile reperire nettare o melata.
E' proprio questa propensione delle api ad accumulare molto più miele di cui hanno in genere bisogno, che è stata possibile al nascita dell'apicoltura.